lunedì 24 agosto 2020

Dove l'Ipercubo riprende a volare #2

Il fatto di iniziare questo post alle 7.00 è emblematico di come il tono e l'umore siano diversi a questo giro. Quest'ultimo quartetto di giorni è stato particolarmente intenso, diverso ed interessante, permettendomi di saziare in parte quel desiderio di cambiamento che volevo alimentare in questo periodo partendo da me stesso.

Le uscite con amici conosciuti a scoprirne di potenzialmente nuovi. L'essere un attimo qui e quello dopo altrove, laddove la mente e l'ipocondria avvisavano che sarebbe stato problematico essere. Starci, lasciar scorrere tutto, assaporare la giornata senza l'ansia della fine o lo stress del controllo della situazione. L'ascoltare persone, aprirsi, declinare se stessi senza giudizio e senza cercare negli occhi altrui nuovi fallimenti. Gettare il cuore al di là dell'ostacolo riscoprendosi capaci e, soprattutto, meritevoli di fare tutto ciò. Fare cose, piccole, volute. Pensare cose, maturare desideri. Volersi bene. Certo, i confronti pregiudicanti possono restare, ma vi si aggiunge l'idea di valere qualcosa e poterlo dimostrare, magari sempre meglio con il perdurare del mood.

A tutto questo l'aggiunta di un tassello per troppo tempo procastinato: la miracle morning, la riconquista delle mie giornate a partire da quelle ore così tremende. Scuse su scuse per non farlo, che in fondo è un po' il leit motiv della mia esistenza. Ho detto basta inaspettatamente, ed eccomi a non raggiungere minimamente le ore di sonno consigliate eppure sentirmi più sveglio del normale, ad arrivare alla classica deadline delle 9 con una giornata già vissuta più pienamente che mai fra moderate quantità di esercizio fisico, introspezione, lettura, chilling ed affinamento di skill. So di essere soggetto a cambi d'opinione, ed emozione, incredibili, eppure non posso fare a meno di trovare in queste sensazioni del valore per il futuro, delle nuove risorse nate da ingredienti già sul tavolo ma inspiegabilmente abbandonati a se stessi.

In sintesi: bene così. Pacca sulla spalla, questi regali a se stessi sono esattamente quello di cui l'anima ha gran bisogno quando sembra che il mondo non voglia o possa concederle. Più che tranquillità, direi di aver raggiunto un mezzo stato di eccitazione e riscoperta di come stare in piedi trovando soddisfazione. Rimangono ennemila discorsi aperti e la mente vuole far sapere che dei prossimi giorni non v'è certezza, daje che tutto fa ancora in tempo a crollare. Ok mente, io e te possiamo fare cose bellissime nel frattempo.

Ad esempio ammettere fra le righe la parola felicità, senza legarla ad aspettative.

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